Esperienza internazionale positiva per il centro Artemisia di Lanciano
Yoga mon amour.
Con un fil rouge tra Lanciano e Parigi.
Soprattutto se la nobile disciplina si sposa con l’arte del teatro sperimentando nuovi percorsi, inesplorati ed affascinanti scenari, contaminazioni creative e prospettiche che, di fatto, abbracciano idealmente Lanciano e la torre Eiffel.
Proprio così.
L’associazione frentana di yoga Artemisia della maestra Amelia Rozzi ha avviato una serie di incontri-laboratorio in collaborazione con Elena Michielin, attrice di teatro che vive a Parigi ma frequenta molto anche Londra dove tiene corsi di recitazione.
Incontri che hanno come minimo comun denominatore l’arte teatrale e quello dello yoga.
Iniziative che, tra l’altro, stanno riscuotendo un successo esponenziale anche a distanza, con una partecipazione sempre più appassionata.

“Giorni fa ho ricevuto una chiamata dalla cara Elena, amica e grande professionista – ha spiegato Amelia Rozzi dell’associazione Artemisia – con la sua bella voce squillante mi dice: “Ho una proposta da farti, che ne dici se…! E siamo qui a raccontare un’avventura partita benissimo che sta andando ancora meglio. In buona sostanza – ha aggiunto Amelia – ho subito capito che l’idea di Elena avrebbe aperto strade inesplorate e ho concepito una preparazione ad hoc tra sblocchi fisici e lavoro sul respiro e la stimolazione della concentrazione, così che la creatività avesse potuto fluire liberamente, l’inespresso avesse lasciato il posto all’espressione“.
Insomma, il supporto intangibile all’apparenza, quasi impercettibile, ma preziosissimo che lo yoga “offre” alla rappresentazione teatrale completandola.
Una nuova dimensione molto apprezzata: “E’ stato bello condividere assieme questo tempo, il riscontro è stato più che positivo e probabilmente – ha concluso la maestra di yoga Amelia Rozzi – ci vedrà alle prese con una nuova avventura“.
Riflessi positivi e nuovi stimoli anche dal fronte teatrale, testimoniate dall’attrice Elena Michielin che ha coadiuvato Amelia dalla capitale francese nell’ultimo incontro-laboratorio.

“La proposta che ho portato mercoledì 29 Aprile 2020 in
collaborazione e grazie ad Amelia e a tutti gli allievi del Centro “Artemisia” – ha spiegato l’attrice Elena Michielin – è un percorso di espressione teatrale che viene usato durante il processo creativo di uno spettacolo. Adattato al contesto, può essere uno strumento che accompagna nella costruzione del personaggio, di una scena, fino alla realizzazione dell’intero spettacolo, quando ad esempio si parte avendo la trama della storia ma lo svolgimento e le azioni vengono costruite direttamente durante le prove con l’équipe, quello che potrebbe ricordare un po’ il canovaccio“.
Un momento, in altre parole, di creatività, libera creatività, senza per forza seguire una via conosciuta, un ruolo assegnato.
“Mi è venuta l’idea di proporre questa tecnica ad Amelia – ha continuato Elena Michielin – mi
sono detta, che in questo momento particolare è possibile che ci si senta un po’ sopraffatti dagli avvenimenti, da quello che ci succede intorno, un po’ sballottati quindi. Che lo spazio si sia fatto stretto intorno a noi, e magari si è pure un po’ intasato, riempito di pensieri, preoccupazioni, cose da fare, da non fare , ma anche del nulla, paradossalmente, il nulla può essere molto ingombrante. Allora ho pensato, perché non usare questo percorso per fare un po’ di spazio, prendere un po’ di respiro, guardare alle cose in maniera diversa”.
Idea che si è incalata subito in una direzione interessante, partendo dal fulcro di tutto, la preparazione, il vero e proprio centro propulsore di tutto.

“La parte più importante del percorso è la preparazione.
Senza questa parte il risultato non ha la stessa qualità, è come
domandare ad un atleta di scendere in pista e battere il record senza quei preziosi minuti di concentrazione e riscaldamento appena prima della gara, per quanto mi riguarda ho trovato la
chiave nello Yoga. Questa pratica interviene a livello fisico, mentale e della respirazione – ha commentato l’attrice nella foto precedente – unisce e accorda come un diapason il nostro strumento principale, il corpo, e gli permette di essere disponibile e quando dico corpo non intendo solo l’organismo, ma il corpo in quanto essere vivente. Ed è per questo che mi sono rivolta ad Amelia, con armoniosa maestria nel suo metodo di pratica e trasmissione della disciplina Yoga, tutti questi aspetti si articolano e si sviluppano in modo profondo ed equilibrato“.
Alessio Giancristofaro